Se nei primi mesi di vita un bambino trae numerosi benefici dall’assunzione del latte, successivamente è importante inserire gradualmente nella dieta anche alimenti più vari. Ecco i consigli della dott.ssa Lisa Mariotti su come educare il bimbo durante lo svezzamento.

Il termine “divezzamento” anche noto come “svezzamento” indica il graduale inserimento nella dieta di alimenti non lattei: cereali, vegetali, latticini, frutta, carne, pesce, uova. La necessità di introdurre cibi diversi dal latte materno risiede nel fatto che, dopo i 6 mesi di vita, i fabbisogni nutrizionali non vengono soddisfatti completamente dal solo latte materno o da quello di formula.

Nutrizione in pediatria: il ruolo della prevenzione

Le malattie più diffuse ai nostri giorni (diabete tipo 2, obesità, ipertensione arteriosa, malattie cardiovascolari, ipercolesterolemia, aterosclerosi) si sviluppano sempre più precocemente. I genitori non sempre hanno un quadro dello stato ponderale del proprio figlio. In questo senso, un’iperalimentazione nei primi due anni di vita, oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose (ipertrofia), determina anche un aumento del loro numero (iperplasia). Non intervenendo prima, da adulti si avrà una maggiore predisposizione all’obesità e una notevole difficoltà a diminuire di peso o a mantenerlo nei limiti. E questo si verifica perché sarà possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non eliminarle.

Per quanto riguarda invece gli alimenti più allergizzanti, è consigliato introdurli più tardi e uno alla volta, per poter associare all’alimento l’eventuale reazione allergica. Un eccessivo ritardo nell‘introduzione di certi alimenti potrebbe, però, addirittura aumentare il rischio di sensibilizzazione. Se questa situazione si dovesse verificare, è fondamentale che i genitori ricevano le giuste informazioni e un supporto per gestire il divezzamento.

La modalità con cui il divezzamento viene condotto, può influenzare il benessere psicologico del bambino. Molto spesso infatti, i bambini rifiutano il cibo o sono eccessivamente voraci. E’ importante che i genitori imparino ad affrontare questi problemi in modo corretto e tranquillizzante perché possono predisporre a disturbi dell’alimentazione. Fondamentale è che i bambini imparino a riconoscere il senso della fame e della sazietà. I disturbi dell’alimentazione, che rispecchiano un rapporto conflittuale con il cibo, si manifestano in età sempre più precoce. Per questo motivo è importante che i genitori, già a partire dal divezzamento, possano contare su una figura professionale preparata, come il nutrizionista.

Come educare il bambino all’alimentazione durante lo svezzamento

Una condizione necessaria affinché il bambino mangi in modo equilibrato e corretto è che lo faccia possibilmente con i genitori. Il nutrizionista si trova nella condizione di poter intervenire sulla famiglia e di correggere i loro errori alimentari. Molti genitori, per problemi di tempo, comprano per i propri figli prodotti pronti destinati all’infanzia che sono studiati per soddisfare i fabbisogni nutritivi del bambino. Essi facilitano la gestione del pasto perché i macronutrienti sono suddivisi in modo equilibrato: molti infatti sono fortificati con vitamine e minerali.

nutrizione-pediatria-svezzamento-bambinoNon tutti questi prodotti, però, sono nutrizionalmente “sani”, in quanto possono essere eccessivamente dolci o possono contenere sciroppi di zuccheri, grassi non salutari e materie prime di scarsa qualità. Ci sono invece alimenti pronti, la cui preparazione è stata studiata da tecnologi alimentari e altri esperti in materia di nutrizione. Si tratta di cibi che assicurano, oltre alla qualità, il mantenimento delle caratteristiche nutrizionali e il sapore delle materie prime utilizzate, in quanto sono sottoposti a processi di cottura e confezionamento molto particolari.

Infatti, educazione alimentare durante il divezzamento significa anche educazione al gusto. Man mano che il divezzamento prosegue, i bambini iniziano ad assaggiare e poi a mangiare gli stessi alimenti consumati dal resto della famiglia. Da qui l’importanza che la famiglia si nutra in modo sano e bilanciato, con alimenti anche pronti, ma di qualità. Quindi, per la sicurezza del bambino, i genitori devono imparare a leggere e interpretare in modo critico le etichette degli alimenti.

Quando sono i genitori a preparare la “pappa” al piccolo, è necessario che venga insegnata loro la corretta modalità di preparazione per evitare che ci sia un eccesso di energia e che le quantità dei diversi nutrienti siano sbilanciate. E’ anche importante che i genitori imparino quali sono i metodi di cottura adeguati per ogni pietanza, in modo tale che l’alimento non perda parte del valore nutritivo, soprattutto per quanto riguarda le vitamine.

Per i genitori lo svezzamento è un percorso impegnativo. Essi spesso incontrano difficoltà che non è possibile prevedere durante la visita pediatrica o quella nutrizionale. Questo accade soprattutto quando i bambini sono affetti da allergie e/o intolleranze alimentari, oppure quando il bambino rifiuta di mangiare. A questo scopo è indispensabile la consulenza dell’esperto in nutrizione che risponda prontamente alle domande e che possa risolvere o tamponare eventuali problemi e soprattutto preoccupazioni che possono verificarsi nel corso del divezzamento.

Dott.ssa Lisa Mariotti