A differenza delle normali mestruazioni, quelle emorragiche causano spesso una perdita maggiore di sangue dall’apparato genitale femminile. Quali sono le terapie che possono essere adottate in questi casi.

Ogni donna è interessata dal ciclo mestruale, un periodo della durata di circa 28 giorni che va dalla pubertà fino alla menopausa e che inizia il primo giorno di una mestruazione e termina il primo giorno della successiva.

Il termine mestruazione invece, indica i giorni (variabili) in cui si verificano le perdite di sangue dall’apparato genitale. Il flusso mestruale può essere più o meno abbondante ed essere accompagnato da dolori e da un senso generale di debolezza.

Tuttavia, quando il flusso è più copioso del dovuto, si parla di mestruazioni emorragiche. Queste costituiscono circa il 90/95% delle urgenze ginecologiche dell’adolescenza.

Mestruazioni emorragiche: definizione e cause

Il termine scientifico che indica un’emorragia mestruale è menorragia, ovvero una perdita di sangue molto più abbondante del dovuto. In questo caso i giorni della mestruazione possono prolungarsi e i dolori possono essere più intensi del solito. Si parla invece di menometrorragia quando il flusso mestruale – oltre ad essere caratterizzato da un’accentuata copiosità – si prolunga anche nella fase intermestruale. In questo caso il flusso mestruale è maggiore di 80 ml/ciclo.

mestruazioni-emorragiche-causeLa metrorragia invece si verifica nel periodo intermestruale, mentre con ipermenorrea si indica un aumento dell’entità del flusso mestruale. La polimenorrea è un aumento della frequenza del flusso mestruale, ovvero la mestruazione si presenta in anticipo rispetto al solito.

Nell’80% dei casi la mestruazione emorragica è disfunzionale: il deficit del feed-back positivo degli estrogeni verso LH comporta una mancata ovulazione e di conseguenza si ha un deficit del progesterone, un deficit della maturazione secre­tiva dell’endometrio (dopo la proliferazione indotta dagli estroge­ni), ischemia, sfaldamento irregolare dell’endometrio e infine meno­metrorragia.

Nel 14% dei casi la mestruazione emorragica è dettata da disordini coagulativi, mentre nel 5% dei casi è correlata a una patologia organica genitale come ad esempio traumi genitali, violenza sessuale, corpo estraneo in vagina, tumori ovarici benigni o maligni ormonosecernenti, tumori uterini benigni (polipi e miomi) o maligni, gravidanza. Nell’1% dei casi invece è iatrogena.

Mestruazioni emorragiche: diagnosi e terapie

Per escludere le cause non disfunzionali, ci si avvale di:

  • anamnesi;
  • esame obiettivo dei genitali esterni;
  • ecografia per gli organi genitali interni;
  • esami ematochimici. Tra questi ci sono l’emocromo (per valutare l’anemia) con pia­strine e il test coagulazione;
  • esami ormonali come ad esempio il test urinario di gravidanza PRL e TSH (eventualmente anche FT3, FT4, FSH, LH).

La terapia viene somministrata dal medico in base alle condizioni della paziente e dopo averne valutato le cause. Nelle fasi acute ci si avvale di una terapia a base di estrogeni nelle forme con endometrio sottile rilevate tramite ecografia. Diversamente, nelle forme con endometrio inspessito rilevate tramite eco, la terapia prevede l’assunzione di progestinico, mentre nella fase di mantenimento si fa uso della pillola estroprogestinica.